Rossella Fiamingo è una spadista siciliana, già due volte campionessa del mondo e ora anche medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Rio 2016 (oltre a una lunga serie di altri successi, vedi in fondo alla pagina i link ai suoi profili).
Ha condotto una gara incredibile, dove spesso ha affrontato l’avversaria partendo in sordina, studiandola nelle prime fasi fino anche a trovarsi a recuperare qualche stoccata, ma non si è mai persa d’animo. Nella situazione apparentemente avversa, è sempre stata in grado di “leggere” chi aveva di fronte e adottare le contromosse più idonee. È stato così negli ottavi, stessa storia nei quarti, identico discorso in semifinale, quando si è trovata 8-11 a pochi secondi dalla fine con la cinese Sun Yiwei e ha dimostrato di non voler mollare neanche quando tutto sembrava davvero impossibile.
Su Repubblica è stato pubblicato un articolo in cui si citavano alcune parole; riporto uno stralcio: […] poi con il vantaggio fino a 11-7 con l’ungherese Szasz in finale, il momento dell’illusione: “Ho pensato, me ne mancano solo quattro e ho vinto le Olimpiadi. Ed ho sbagliato, perché dovevo pensare ad una stoccata alla volta.”
Una Fiamingo dalla doppia faccia, che svela quanto sia difficile, anche per un atleta di quel livello, mantenere la performance costante: l’inner game, il discorso interiore che il Sé-pensante fa con il Sé-agente, può avere effetti tanto devastanti quanto perdere una finale olimpica che sembrava vinta. Lei stessa ammette di essersi resa conto (che consapevolezza!) di aver permesso alla sua mente di vagare. Di contro, l’abitudine a situazioni avverse e alle difficoltà, la resilienza di fronte a una semifinale che sembrava persa, le hanno permesso di salire un gradino in più su un podio storico. Una focalizzazione sul fare, sulle azioni necessarie a vincere, che non ha lasciato spazio a pensieri negativi “non ce la faccio”, “ormai ho perso”, “non ci riesco”. Semplicemente “fare“.
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