“La più grande prova di coraggio è sopportare la sconfitta senza perdere il cuore.” Robert Green Ingersoll
Sconfitta e coraggio, come si collegano? Il punto è che in molte circostanze (lo sport è sempre un catalizzatore incredibile di queste combinazioni) la paura, quindi l’assenza di coraggio, portano alla sconfitta, in un circolo vizioso che si autoalimenta: ho paura di perdere, affronto la performance con l’ansia e la rigidità di chi vuole necessariamente dimostrare, inficio il livello della performance, perdo, aumento le probabilità di avere paura di perdere la volta successiva.
Gli elementi stressogeni lo sono nella misura in cui noi diamo a loro tale valenza. Come combattere lo stress? Dando agli elementi che ci trasmettono ansia una valenza diversa: se ho le capacità tecniche, fisiche, mentali di affrontare una performance che ho preparato per mesi (forse anni!), non devo temere il risultato. Saprò concentrarmi sull’azione e darò il meglio di me. Potrò perdere (hai già letto articoli simili sulla sconfitta o sulla resilienza?), ma saprò accettare l’esito. Il coraggio, quindi, sta nell’affrontare la paura (che esiste, e meno male!) perché abbiamo nel nostro bagaglio le competenze per affrontare la situazione e l’esperienza pregressa per valutarla.