Già la si conosceva prima di Rio 2016, ma dopo la medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici nel fioretto femminile è diventata una star indiscussa. Parlare di disabilità è fuorviante, Bebe è una forza della natura; non parlare di disabilità è tremendamente ipocrita, a Bebe mancano i quattro arti. È un caso di resilienza che potrebbe essere riportato nei testi di scuola. “Alla meningite che mi ha colpito si sopravvive nel 4% dei casi, se poi quel 4% è depresso…” così dice giustificando la sua energia e positività.
Ma l’hai fatto un giro sui suoi profili social? Ciò che emerge lampante è la sua autoironia: scherza sulla ovvia sensualità che le dà il tacco 12 che indossa. Peccato che le protesi degli arti inferiori siano staccate dal corpo e lei sia adagiata su un divano. Parco acquatico con scivoli mozzafiato: al traguardo arrivano, nell’ordine, una gamba, poi, l’altra, poi lei.
Di certo non è la sola capacità di giocare sui propri difetti a darti la forza di guardare oltre l’ostacolo, ma di certo aiuta. Un grande esercizio di resilienza è sapersi prendere in giro, ironizzare sul proprio deficit, sulla propria sconfitta. Non per non guardarla o ignorarla, ma per scegliere un punto di vista diverso. Si può fare (e si deve fare) sulle questioni più pesanti, così come è utile farlo sui piccoli fastidi quotidiani.
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