Elia Viviani

Elia Viviani medaglia d’oro nell’Omnium, ciclismo su pista.

Il desiderio di riscatto dopo che a Londra 2012 si era ritrovato in testa prima dell’ultima gara per poi ritrovarsi al sesto posto nella classifica finale. L’ombra di quella situazione che sembra ripetersi, a Rio 2016, presentandosi prima dell’ultima gara nuovamente davanti a tutti quando, a 110 giri dalla fine e con la classifica dei punti che continua ad annoverarlo al primo posto e tutti i tasselli sembrano incastrarsi nel modo giusto, la rocambolesca caduta del coreano davanti a lui lo trascina a terra. Un gesto di stizza, un pugno sbattuto sulla pista, poi un breve controllo delle condizioni fisiche, se oltre alla scarica di adrenalina ci fosse qualche infortunio a compromettere la ripresa della gara. Uno sguardo al tabellone dei punti. Ancora primo.

Nell’intervista rilasciata a RaiDue poco dopo il termine della gara dichiara che è stato quello il segnale che gli ha dato la forza di ripartire. Ma la gara è ancora molto lunga e, nonostante la leadership provvisoria sia confermata, ci sono ancora molti punti in palio e la situazione potrebbe ribaltarsi facilmente.

Cronista: “I momenti che rimarranno nella storia sono soprattutto due, il momento della caduta, la paura di non vederti tornare subito in sella e poi le lacrime nel giro finale avvolto nel tricolore.”

Elia Viviani: “sicuramente la caduta mi ha un po’ scosso perché quando cadi non sai mai cosa può succedere. Mi sono fermato un attimo per cercare di capire cos’era successo e ho visto che la bici non era a posto, quindi avrei dovuto cambiare bici, però quello non era un problema. Mi sono preso anche un giro un attimo per capire come stava il corpo. Sono salito in pista guardando il tabellone pensando che comunque ero il leader di quest’omnium e non potevo mollare in quel momento, soprattutto dovevo solo capire quali erano le conseguenze di questa caduta e capire se potevo ancora difendere il mio titolo, però l’adrenalina è salita ancora di più e da lì in poi ho cercato di mettere in cantiere più punti possibile […].”

Cosa veramente permette di rimettersi in sella dopo un inconveniente come quello? Inevitabilmente avrà sentito la botta, avrà alcune parti del corpo acciaccate e doloranti, il ritmo di gara è stato perso e bisogna riprenderlo molto in fretta nell’incedere incalzante del ciclismo su pista. Cosa accade nella mente di uno sportivo che sente di procedere nel migliore dei modi e poi, improvvisamente, si ritrova ad affrontare un ostacolo, un incidente, un infortunio?

Roman Vlasov, campione di lotta greco-romana, in semifinale subisce un durissimo colpo e rimane a terra privo di sensi. Si riprende e vince non solo la semifinale, ma addirittura la medaglia d’oro.

Mohammed Farah, podista, è protagonista di una rovinosa caduta al quarto chilometro. Vincerà la medaglia d’oro nei 10mila.

Solo per fare alcuni esempi dai recenti Giochi Olimpici.

L’impressione che ho avuto è che, qualunque fosse stato lo scenario proposto dal tabellone luminoso del velodromo, Viviani sarebbe comunque risalito in sella e avrebbe utilizzato ciò che aveva visto per spronarsi. Del resto, avrebbe avuto mille giustificazioni se non fosse arrivato tra i primi: un infortunio, la sfortuna, le condizioni avverse.

Sono ancora in testa? Ce la posso fare.

Mi hanno superato? Ce la posso fare.

Credo che questo sia un aspetto chiave nella mentalità vincente: trasformare gli ostacoli, gli inconvenienti, in qualcosa di positivo. Rimodellare nella propria mente un evento per volgerlo a proprio favore. È un importante esercizio di resilienza nei confronti di qualcosa che non possiamo prevedere. Perché è relativamente facile affrontare gli ostacoli che possiamo vedere dalla distanza: è sufficiente elaborare una strategia ad hoc, pianificare le azioni più appropriate. È nella sorpresa che si vede il campione, come riesce ad affrontare la situazione negativa.

Non solo, ha dimostrato anche un forte orientamento all’azione, al “fare“, anche nel momento dell’incidente. Non ha lasciato che la mente vagasse, si è subito concentrato sulla routine di controllo degli elementi che gli servivano per tornare immediatamente alla gara: danni alla bicicletta, sostituzione della bicicletta, check sulle proprie condizioni fisiche, focus sulla nuova strategia.

Link ai profili di Elia Viviani:

Wikipedia

Facebook

Instagram

Twitter

Social:
mm

About Nicola Bernardini

Sono da sempre innamorato della scherma, sport che ho praticato a buon livello per oltre quindici anni per poi viverlo in ruoli diversi: sono stato Arbitro Nazionale dal 2005 al 2013 e ho ricoperto il ruolo di referente degli arbitri per l'Emilia Romagna nel quadriennio 2012-2016; parallelamente, dal 2009, ho intrapreso la carriera magistrale e come Maestro d'armi sono responsabile del settore sciabola del Circolo Scherma Imola, dove alleno ragazzi che affrontano competizioni Nazionali e Internazionali.

One thought on “Elia Viviani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *