“Aspettare la perfezione non è mai tanto efficace quanto il fare semplicemente progressi.” Seth Godin
“Aspettare” raramente è una strategia efficace. “Fare“, invece, è un ottimo modo per attivare il cambiamento e rendersi proattivi nei confronti dei propri obiettivi. Non solo, concentrarsi sui piccoli passi, gli obiettivi intermedi, è un’ottima tecnica per migliorare la resilienza: cambiare il frame con cui si guarda la sfida, soprattutto quando si parla di prove di durata, di endurance, permette di ridurre la difficoltà percepita del problema; molti atleti di altissimo livello ricorrono a questa tecnica per ridurre lo stress di una performance: uno scalatore che deve affrontare una parete può concentrarsi sulle tappe intermedie; un golfista sul colpo successivo e non sul punteggio finale delle 18 buche; un maratoneta sui 5 o 10km successivi.
Fissare un obiettivo, un futuro desiderato, nella nostra vita è di fondamentale importanza per tracciare la rotta e definire le tue azioni. Le emozioni positive che ti trasmette quell’immagine di te nel futuro sono il motore e la motivazione intrinseca che ti guidano giorno dopo giorno. L’imponenza di quella visione, però, potrebbe generare stress e ansia di affrettare il risultato, ed ecco perché è altrettanto importante suddividere il compito in obiettivi intermedi, in attività giornaliere che ti permettano di scomporre la “scalata” in tante tappe.